Il paradosso della stabilità: come i manager possono superare la rigidità cognitiva

Il paradosso della stabilità: come i manager possono superare la rigidità cognitiva

In un’epoca di trasformazioni costanti, resistere al cambiamento non è più un’opzione. Il vero ostacolo non è la mancanza di competenze tecniche, ma la difficoltà nel confrontarsi con le proprie emozioni, paure e resistenze interiori. Il settore della panificazione e pasticceria, stretto tra margini sempre più ridotti e una competizione globale crescente, non fa eccezione.

A portare questa prospettiva è Filippo Scianna, presidente dell’Unione Buddhista Italiana e docente presso il Master in Neuroscienze, Mindfulness e Pratiche Contemplative dell’Università di Pisa. Durante il suo intervento al BCI Experience 2025, organizzato da Puratos Italia, Scianna ha affrontato il tema «Il paradosso della stabilità: come i manager possono superare la rigidità cognitiva».

«In tempi di trasformazione continua, o ci si adatta, o si resta indietro – spiega Scianna –. Il change management nasce da un processo di riflessione interiore. Ignorare le proprie emozioni in evoluzione rende difficile gestire persone e organizzazioni».

Il mondo del lavoro è cambiato radicalmente. «Non possiamo permetterci di essere bloccati da paure, incertezze o rabbia. Il mercato non lo consente, e nemmeno le persone che lavorano con noi. Una leadership dominata dalla rabbia o paralizzata dall’incertezza non porta benefici».

Scianna propone cinque pratiche concrete che i manager possono adottare subito:

  1. Pause consapevoli: fermarsi anche solo per pochi minuti durante la giornata per osservare il proprio stato emotivo prima di prendere decisioni importanti.
  2. Prospettive multiple: allenarsi a considerare almeno tre punti di vista diversi prima di reagire a una situazione.
  3. Micro cambiamenti: introdurre piccole modifiche graduali, più facilmente accettabili dal cervello rispetto a cambiamenti radicali.
  4. Linguaggio di processo: sostituire espressioni rigide come “sono fatto così” con “sto imparando a”, riconoscendo che tutto è in evoluzione.
  5. Gratitudine: dedicare tempo a riconoscere ciò che funziona, non solo ciò che va risolto.

«Riflettete su questo: siete voi i primi a dovervi proteggere. È una questione di salute e benessere personale, perché se state male, ne risente l’intero clima aziendale», avverte Scianna. L’invito è ad allenarsi con piccoli passi. «Solo dopo si può entrare nei dettagli: come gestire una riunione, un colloquio individuale. Prima viene il lavoro su di sé».

In un mercato che non aspetta, la leadership efficace parte sempre da dentro.


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