ICOFF: il modello che trasforma la ricerca in impresa

ICOFF: il modello che trasforma la ricerca in impresa

A un anno dall’apertura, il Centro Internazionale sulle Fermentazioni degli Alimenti (ICOFF) al NOI Techpark non è più una scommessa: è un catalizzatore di innovazione che sta attirando aziende da tutta Europa. Startup locali, imprese nazionali e grandi player internazionali – tra cui realtà dal Belgio – stanno convergendo su Bolzano, attratte da un modello che funziona e cresce più velocemente del previsto.

Durante la Conferenza Internazionale sugli Alimenti Fermentati, Raffaella di Cagno, professoressa all’Università di Bolzano e direttrice di ICOFF, ha condiviso una riflessione chiave: «Non era semplice costruire un progetto del genere. Ma quando c’è collaborazione, i risultati arrivano». E i numeri lo confermano: da 9 aziende al lancio a 11 oggi, con altre 2 in arrivo. Un segnale chiaro che il valore generato è percepito e condiviso.

Ogni azienda coinvolta finanzia un giovane ricercatore per tre anni, dedicato esclusivamente al proprio progetto. Non si tratta di uno stage, ma di una collaborazione strutturata e continua: riunioni quindicinali, dialogo costante, visione condivisa. Il ricercatore diventa ponte tra accademia e industria, contribuendo a formare talento su misura delle esigenze aziendali.

Molti dei ricercatori provengono dai master di Di Cagno. Dopo ICOFF, vengono spesso assunti dalle stesse aziende con cui hanno collaborato. Alcuni studenti magistrali svolgono direttamente la tesi presso il centro, entrando in contatto diretto con la realtà industriale. Un ecosistema che integra formazione e impresa, superando le barriere dell’università tradizionale.

Le aziende coinvolte provengono da territori diversi: locali, nazionali, internazionali. Questo rende ICOFF un laboratorio di soluzioni per sfide globali. I prototipi sviluppati sono già in fase di industrializzazione: la ricerca qui non si ferma alla teoria, ma genera impatto concreto.

Il NOI Techpark e l’Università di Bolzano stanno investendo in nuovi spazi e laboratori. Dal prossimo anno, l’università coprirà i costi dell’affitto, segno che ICOFF è ormai parte integrante dell’infrastruttura accademica. Ma la domanda strategica è aperta: espandere il numero di aziende o puntare su progetti più lunghi e profondi? «Un centro deve saper evolversi, deve saper scegliere la sua strada», conclude Di Cagno.

ICOFF è più di un centro di ricerca: è un modello di innovazione collaborativa che forma talenti, genera soluzioni e costruisce ponti tra visione accademica e impatto industriale.


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